L'AI non sostituisce il Notaio, lo rende più strategico

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11 maggio 2025

Intervista a Giovannella Condò

MAG di LegalCommunity
 

Dal real estate alle startup, passando per il non profit e il settore energy, lo studio è in prima linea sul fronte dell’innovazione digitale. MAG ha incontrato Giovannella Condò, socia co-fondatrice, che in questa intervista racconta come le nuove tecnologie stanno cambiando il notariato senza snaturarne il ruolo, ma rafforzandone la dimensione consulenziale.

 


 

Digitalizzazione, intelligenza artificiale, legal design: il mestiere del notaio è nel pieno di una trasformazione epocale. Ma non è una minaccia: è un’opportunità. Ne è convinta Giovannella Condò, notaia e co-founder di Milano Notai. Lo studio è nato (ormai nel 2002) con una vocazione all’innovazione, che oggi si presenta come un laboratorio avanzato di sperimentazione tra tecnologia, consulenza e multidisciplinarietà. In questa intervista, Condò racconta come cambia la professione tra atti digitali, assemblee da remoto, IA per i controlli antiriciclaggio e un ruolo sempre più centrale nella strutturazione delle operazioni. Con un obiettivo chiaro: essere partner del cambiamento, non subirlo.

Notaia Condò, come cambia la professione notarile al tempo dell'IA?
La professione notarile sta attraversando, da tempo, una trasformazione profonda, e l’intelligenza artificiale è una delle leve che potrebbe imprimere una ulteriore accelerazione. Non si tratta solo di automazione dei processi, ma di un cambio di paradigma: l’Ia potrebbe rendere possibile una gestione più efficiente del lavoro, alleggerendo le attività a basso valore aggiunto e rafforzando il ruolo consulenziale del notaio, business partner, sempre più strategico e orientato alla soluzione.

E in questo scenario, come sta cambiando Milano Notai?
Milano Notai nasce già con un imprinting orientato all’innovazione, al digitale e alla multidisciplinarietà. Oggi questo approccio si va ulteriormente consolidando: stiamo investendo su digitalizzazione, formazione continua e un dialogo sempre più aperto con il mondo dell’imprenditoria, dei fondi, del terzo settore, degli investitori sia istituzionali che privati, delle startup. Cambiamo nella misura in cui cambia il contesto, cercando però di anticiparlo.

Nella pratica, l'uso della tecnologia nella professione in cosa si traduce?
Il notariato italiano ha una straordinaria società informatica Notartel Spa, che ci offre la possibilità di essere collegati con gli uffici pubblici, eseguendo le formalità (registrazione degli atti all’Agenzia delle Entrate, pubblicità immobiliare e pubblicità societaria) in via telematica in tutta Italia. Inoltre, abbiamo una piattaforma che consente di stipulare gli atti digitali: noi di Milano Notai siamo tra i più assidui utilizzatori di questa piattaforma!

Un esempio?
Nella nostra quotidianità l’uso della tecnologia si traduce nella gestione delle costituzioni di srl on line, nelle assemblee societarie completamente da remoto, nella predilezione per gli atti notarili firmati digitalmente rispetto a quelli “di carta”. Queste modalità sono particolarmente apprezzate dai nostri clienti stranieri. Negli ultimi mesi abbiamo messo a punto (partiamo proprio a giugno!) con un nostro fornitore un processo che utilizza l’Ia per le verifiche della clientela in materia antiriciclaggio, in modo che i controlli possano essere più snelli e sicuri.

Voi avete fatto ricorso al legal design e introdotto soluzioni smart a beneficio dei clienti. Con quali risultati?
Il legal design ci ha aiutato a rendere più comprensibili atti e processi per i nostri clienti, migliorando la trasparenza e la fiducia. Abbiamo introdotto schemi visivi e documenti semplificati, specialmente nel settore energy – green field. I feedback sono stati molto positivi, soprattutto in termini di comprensione, autonomia e coinvolgimento dei clienti nel processo, agevolando in particolare la clientela straniera.

I prossimi step quali saranno?
Continueremo a investire in formazione dei nostri collaboratori e in strumenti che rendano il nostro lavoro sempre più integrato con i sistemi dei clienti e delle istituzioni. Guardiamo con interesse all’intelligenza artificiale generativa, ma anche a tutto ciò che riguarda la gestione predittiva dei flussi e la compliance automatizzata.

La progressiva digitalizzazione di archivi, banche dati, registri eccetera, metterà a rischio la professione notarile?
Non credo. Al contrario, la digitalizzazione può valorizzare ulteriormente il ruolo del notaio come garante della legalità e dell’affidabilità del dato. Ci sarà una trasformazione delle competenze, questo sì, e servirà una visione chiara per interpretare le sfide che ci attendono. Posso dire con franchezza che come Milano Notai siamo partiti in anticipo su questa strada, non ne sentiamo il peso, anzi viviamo questa trasformazione con entusiasmo sapendo che il cuore della funzione notarile — la fiducia e la competenza — resterà centrale.

Di sicuro la professione cambierà, come e più di quanto stia già cambiando: con quali effetti?
Il nostro ruolo sarà sempre meno legato alla “redazione dell’atto” in senso stretto e sempre più a monte, nella fase di consulenza e strutturazione dell’operazione. Questo significa diventare partner delle imprese, degli investitori e delle famiglie nei loro momenti chiave. Un’opportunità straordinaria, se sapremo coglierla.

Quanti siete oggi in Milano Notai? L'idea è di crescere ancora? Come?
Oggi siamo circa 30 tra notai, professionisti, collaboratori e staff, con un’organizzazione solida e orientata al lavoro in team. Tre notai: Monica De Paoli ed io come co-founder e qualche anno fa si è aggiunta Stefania Anzelini come socia di Milano Notai. La crescita, per noi, non è solo numerica: vogliamo attrarre talenti con background diversi e consolidare la nostra presenza nei settori in cui siamo più attivi, come il real estate, societario, non profit, bancario, energy e start up. Ma cresciamo per settori, con le competenze tarate sulle esigenze del mercato, guardando anche ad aree come fashion & luxury.

 

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