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20 March 2018

Comprare casa con la moneta digitale

La criptrovaluta attrae: rapida, anonima, non pignorabile. L’interesse a riguardo aumenta, tant’è che si è giunti ad immaginare compravendite immobiliari, in cui il prezzo verrebbe pagato in bitcoin.
Tra i vantaggi che offre il denaro digitale resta, però, aperta la questione della violazione delle norme in tema di limitazione all’uso del denaro contante e quella in tema di indicazione dei mezzi di pagamento nel rogito.
Si tratta un sistema “peer to peer”, ovvero, una rete di soggetti paritari, senza intermediari o autorità centrali, titolari di “wallet” digitali liberamente trasferibili da chi sia in possesso delle credenziali per accedervi.
Il pagamento con la criptovaluta utilizza un sistema di crittografia pubblica; una chiave privata che serve a “crittografare” il denaro digitale e una chiave pubblica è impiegata per decrittografare il messaggio.
Le operazioni concluse tramite pagamento in bitcoin hanno sicuramente una tracciabilità informatica, ma si tratta di un registro digitale da cui si evidenzia che il possessore di una determinata chiave privata ha trasferito bitcoin al detentore di altra chiave privata.
Nessuna identificazione soggettiva, come tradizionalmente intesa, è garantita da questo genere di transazioni.
È proprio l’anonimato dal denaro digitale a porlo apparentemente in contrasto con la normativa antiriciclaggio.
Anche in tema di limitazione dell’uso del denaro contante, si può temere che l’utilizzo del bitcoin sia un modo per eludere la norma. L’obiettivo del legislatore è quello di garantire la tracciabilità della transazione e, per questo motivo, anche se il legislatore si riferisce alla moneta “fisica”, non si può negare che l’utilizzo del bitcoin possa essere una violazione della ratio della norma.
Un altro aspetto da considerare riguarda l’indicazione in atto dei mezzi di pagamento: segnalare la chiave pubblica non permette di identificare il titolare della cripotovaluta ma, allo stesso tempo, indicare la chiave privata non è una via perseguibile in quanto si renderebbe pubblico il wallet.
Il progresso non si deve, però, arrestare di fronte alle mancanze di uno strumento innovativo: i bitcoin possono, se debitamente disciplinati, produrre vantaggi nella speditezza e nella semplificazione dei traffici in un mondo sempre più globalizzato e attratto dal digitale.
La criptovaluta non ha un legame strutturale con interessi illeciti, ma, come tutte le novità, necessita di una regolamentazione dedicata che la differenzi dalla moneta “fisica” e la allontani dall’etichetta negativa che spesso l’accompagna.